Manager o Leader

Manager o Leader

Spesso ci si chiede quali siano le differenze tra un leader e un manager

“I Manager sono persone che fanno le cose bene.
I Leader, invece, sono persone che fanno le cose giuste”

Considerando questa visione, sembrerebbe che il Manager abbia un ruolo secondario rispetto al Leader: dal punto di vista intellettuale è il Leader l’artista, lo scienziato, il pensatore creativo che concepisce e decide la via; al Manager resta il ruolo del bravo pilota che implementa la rotta e porta tutti a destinazione.

Tuttavia, avventurandoci nel significato etimologico di Leader e Manager, troviamo che il primo deriva dal verbo inglese to lead“guidare”, mentre il secondo proviene dall’espressione latina, riconducibile alla tradizione contadina, manu agere, “condurre con la mano”, “guidare una bestia stando davanti a lei”.

Facendo riferimento all’etimologia della parola, quindi, Leader (colui che guida) e Manager (colui che conduce) sono sostanzialmente la stessa cosa.

Un Leader può perseguire obiettivi personali, politici, religiosi, per un Manager quello che conta è solamente l’obiettivo aziendale.

Sono proprio i fini specifici che differenziano la figura del Leader da quella del Manager.

Per essere Manager non basta essere Leader, ma è necessario perseguire gli stessi obiettivi dell’organizzazione per la quale si lavora: Non si può essere manager nella vita, ma solo in un’azienda.

È possibile far emergere quattro diverse tipologie di Manager, ognuna con le proprie e riconoscibili peculiarità:

Il SOGNATORE
Un Manager che fa e fa fare male le cose giuste

Un Manager che ha Leadership, ma è poco competente.

Parliamo di un visionario che riesce a entusiasmare gli altri con le proprie idee, però, essendo privo di metodologia, spesso non riesce a far raggiunge al gruppo risultati tangibili.

L’AUTORITARIO
Un Manager che fa e fa fare bene le cose

Un Manager Gregario (colui non all’altezza di ispirare altri individui), ma tecnicamente competente.

Un valido esecutore, con scarse capacità di visione del futuro, comunque preparato e quindi capace di portare risultati.

Sa amministrare i processi precostituiti, organizzare il lavoro e controllare i collaboratori mentre li guida su una strada non tracciata da lui, spiegandogli come e quando fare le cose.

Lo STERILE
Un Manager che fa e fa fare male le cose

Un Manager Gregario, privo di capacità influenzali, senza Leadership, e contemporaneamente sprovvisto di conoscenze e abilità tecniche.

Inevitabilmente il suo operato porta al più totale insuccesso e all’insoddisfazione di chi dovrebbe essere da lui guidato.

L’AUTOREVOLE
Un Manager che fa e fa fare bene le cose giuste

Un Manager Leader e Competente.

Sa pensare, ideare, realizzare e arrivare a risultati tangibili con la soddisfazione di tutti. Tra le tante strade possibili s’interroga e individua quella giusta, poi guida gli altri sul cammino. Se una via ancora non esiste ne architetta lui una nuova.

È un innovatore, accetta le sfide, dà l’esempio, sa comunicare e sviluppa i collaboratori concentrandosi su i loro bisogni, ispirando fiducia, motivando e portando la squadra al successo.

Si conferma l’importanza dell’influenza interpersonale e il valore della comunicazione e contemporaneamente si razionalizza l’affermazione dei fratelli Johnson, secondo la quale

“Un leader può essere un manager, ma un manager non è necessariamente un leader”.

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